Anno d’uscita: 1973
Regia: William Friedkin
“Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera” diceva Goethe. La locandina de ”L’Esorcista”più che mai fa risaltare questo aforisma, un gioco di ombre in questo cartellone che sarà il precursore di tutti i film horror a seguire. L’affiche è opera di Bill Gold, uno dei più importanti e famosi autori di manifesti cinematografici, a lui vanno i credits per i poster di “Casablanca”, “Delitto Perfetto” e “Arancia Meccanica”. In questa immagine c’è la sagoma di un uomo alto e semplicemente vestito. Parrebbe una persona in attesa alla fermata del bus, con accanto il classico lampione che illumina la strada. Un cappotto, un cappello ben fissato in testa e la valigetta essenziale come i pendolari che si stanno recando in ufficio. Una quotidianità per questo personaggio che dovrà fare affidamento alla propria fede, anzichè alla routine dettata da numeri e mansioni a volte logoranti e automatizzate. L’eleganza della semplicità in un abbigliamento comune e distinto. Questa figura è quella di Padre Lankester Merrin che dovrà recarsi nella stanza di Regan per cercare di salvarla dal demonio. In lui traspare anche se celata dalle sue spalle l’attesa, l’inquietudine di proseguire verso un cammino che si rivelerà tortuoso e pericoloso, tanto da mettere a repentaglio la propria vita per salvare un’anima. Il lavoro si svolgerà proprio dentro quella finestra, che in questo fermo immagine lo osserva dall’alto illuminandolo, sottoesposto agli occhi dello spettatore.
Varcata la soglia sarà un susseguirsi di scene raccapriccianti e dissacranti, contorsioni malate, voci grottesche e spaventose, mentre in questa illustrazione traspare solo l’essenzialità e il minimo dettaglio. Non ci sono elementi destabilizzanti, non ci sono colori né scie di sangue rosso o di vomito verde. Questa scelta figurativa è stata presa forse per evitare qualsiasi contaminazione emotiva prima della visione del film, che si rivelerà assai cruento per il contesto del periodo. Solo lui. Solo. Con la sua decisione di proseguire. Il bianco abbagliante illumina il nero prete, come se fosse il soggetto messo all’oscuro davanti agli occhi del Signore. La luce che rischiara le tenebre arriva dal luogo in cui sono nate, coprendo la purezza delle buone intenzioni di chi dovrà portare salvezza. Un segnale che dietro il tormento arriverà la pace e la liberazione.
E potrebbero esserci molteplici significati simbolici… Il suo animo sarà puro solamente dopo aver portato a termine una missione così delicata e tremenda. Che alla fine la luce artificiale sarà sostituita dall’alba del Sole che riuscirà a sorgere di nuovo. Che il Diavolo mette in pericolo tutti noi sulla Terra anche se non ce ne accorgiamo. Cercare uno spiraglio di speranza nella notte più buia che mai. L’istante del varcare la soglia, l’istante dell’abbandono delle certezze. Il giusto momento della presa di decisione con le relative angosce sono tutte nascoste nella sua sagoma eretta, sull’attenti, dinanzi a qualcosa di imprevedibile e di terrificante. In questo poster ci si è voluti proprio focalizzare spostando l’attenzione su un non-protagonista, (il titolo è riferito a lui, ma tutto ruota intorno a Regan, come l’attenzione dello spettatore), facendo risaltare il palpito del punto di rottura, per decidere di andare incontro volutamente alla fine di tutte le certezze. Padre Lankaster è un soldato cattolico messo di fronte al volere di Dio che dimostra fedeltà al suo voto religioso. “Sia fatta la tua volontà”.
Sara “Shifter” Pellucchi