Anno d’uscita: 1969
Sito web: https://www.thebeatles.com/
Quattro ragazzi che attraversano delle strisce pedonali… ecco, questo è “Abbey Road”. Parlare della copertina di questo disco è un po’ come parlare di oggetti mistici che si perdono nella memoria di migliaia di fans in tutto il mondo. L’alone di mistero che la circonda e le leggende che si sono costruite nel tempo basandosi semplicemente su uno scatto fotografico sono divenute argomentazione di discussioni che ancora oggi si susseguono nella ricerca di una “verità” che probabilmente non verrà mai svelata.
Complotti, messaggi nascosti, cospirazioni taciute negli anni ma sulla bocca di tutti. Certezza è che questa immagine sia diventata un’icona della musica pop, dagli anni ’70 ai giorni nostri, e ancor più certa è la sua rievocazione mostrata in contesti diversi: da “I Simpson” a “Benny Hill”, dai “Red Hot Chili Peppers” con la loro versione naturista; insomma chi più ne ha più ne metta! Tutto questo dimostra quanto in profondità questa immagine sia entrata nell’iconografia Pop del XX secolo.
Una copertina semplice ma non scontata. Unica cover dei Beatles in cui non compaiono né il nome del gruppo né il titolo del disco, rappresentata da un semplice scatto che riprende i fab four intenti ad attraversare le strisce pedonali in “Abbey Road”, proprio fuori dagli studios della EMI. Il nome nacque quasi per gioco dalla mente di Ringo in alternativa al nome “Everest”, che venne scartato solo per problemi logistici di realizzazione (effettivamente costava meno attraversare la strada anzichè andare sull’Everest… n.d.r), ma questa scelta acquisì il consenso di tutti, anche perché in un certo qual modo, rappresentava un tributo agli studios dove la loro carriera si era espressa al meglio.
Lo scatto avvenne l’8 agosto 1969 attorno a mezzogiorno, per opera di Iain MacMillan. I quattro ragazzi si ritrovarono a passeggiare sulle strisce pedonali di Abbey Road, mentre il fotografo, in equilibrio su una scala traballante, scattava l’immagine che sarebbe divenuta una delle più discusse negli anni a venire. Dieci minuti di traffico bloccato per il fotogramma che entrerà nella storia. (Ancora oggi Abbey Road è una delle mete turistiche più battute di Londra.) Di sei scatti venne scelto l’unico in cui i Beatles erano ben allineati, come per uscire dagli studios della EMI, dove ritroviamo in testa al gruppo John Lennon seguito da Ringo Star, Paul McCartney ed infine George Harrison.
Sullo sfondo la strada di Abbey Road si perde all’orizzonte, con il suo lungo viale alberato fiancheggiato su entrambi i lati da auto parcheggiate. Qui nasce la leggenda chiamata “PID”, ovvero Paul Is Dead, secondo la quale McCartney sarebbe deceduto in un incidente automobilistico nel 1966, sostituito in seguito da un sosia, pur di non compromettere il successo della band. Secondo la leggenda, la copertina di “Abbey Road” raccoglierebbe tutti gli indizi che porterebbero alla risoluzione del mistero della morte di Paul.
La posa dei quattro ragazzi viene interpretata come una vera e propria processione funebre. Paul, l’unico a camminare scalzo rappresenterebbe la salma. In testa alla processione troviamo John Lennon, vestito di bianco come il gran sacerdote, ministro dei culti; seguito da Ringo Starr, in completo nero come il becchino, colui che trasporterà la bara. In chiusura troviamo George Harrison in abbigliamento comodo, indossa dei jeans, sarà lui a scavare la fossa. Sul lato destro della strada, posteggiato, un furgone nero che ricorda il classico “Black Maria”, veicolo utilizzato dalla polizia mortuaria nei recuperi salme a seguito di incidenti stradali; e nel lato opposto un maggiolino targato LMW 281F, che letto come 28IF, indicherebbe l’età di Paul all’epoca dell’uscita del disco, se (“IF”) fosse stato ancora vivo.
Per finire, anche il numero 3, unico civico visibile sulla cover nel lato sinistro, rappresenterebbe il numero dei superstiti della band. Insomma uno scatto ricco di dettagli che il caso ha saputo ben accostare. Potremmo continuare per ore ad illustrare indizi che rafforzerebbero le teorie “PID”, ed è certezza che tuttora molti fans siano impegnati in questa ricerca della “verità”; ma il mito di “Abbey Road” è vivo a prescindere dai suoi misteri.
Un’immagine pulita, equilibrata e lineare. Uno scatto durato un’istante che unisce generazioni da mezzo secolo; che continuerà ad essere d’ispirazione per nuovi artisti, musicisti e grafici di tutto il mondo. Una cover intramontabile che non può mancare nel repertorio dei migliori collezionisti.
Silvio Bellomo
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