Anno d’uscita: 2017
Sito web: http://www.facebook.com/ilsistemadimel
Immaginiamoci un mare di cemento, la cosa più fluida e trasparente tramutata in un grigio elemento solido che non brilla, che non trasmette nessuna vita. Il conflitto tra ambiente naturale e un artefatto creato dall’uomo. Il raggiungimento dell’insensibilità e dell’impossibile penetrazione in ricordi e in sentimenti. Dimenticandoci di esistere per rimanere asettici e oggettivi. Ogni mente è un mondo infinito da esplorare, forse l’unica cosa infinita dopo l’universo. Il potere dell’immaginazione non ha confini e non ha ostacoli. Ma oltre all’immaginare si riflette e ci si ricorda, e molto spesso questo non giova all’anima e la rende triste, perchè condizionata dagli eventi. La nostra coscienza e quello che esterniamo agli altri non è che la punta di un iceberg in confronto a tutto quello che celiamo al mondo e ancor più a noi stessi, ed è per questo che Il Sistema di Mel ha voluto rappresentare il disco “Riempimi la Testa con un Mare di Cemento” in questo modo. Siamo di fronte a un disegno acromato, composto dai non-colori bianco e nero. Una testa che emerge dalle acque di un mare opaco e candido. Si rifà molto allo stile dei tatuaggi siberiani, molto simili alla tecnica della xilografia, dove il tratto la fa da padrone senza il bisogno di elementi colorati. L’autore è proprio il tatuatore Roberto Bonfadini (Robs), che ha impresso indelebilmente i suoi disegni su due musicisti del gruppo. La testa non è rotonda e curva ma è composta da elementi geometrici poligonali che la rendono tridimensionale e… spigolosa. Una cosa disturbante che rende insolita la sua rappresentazione. È come se il pensiero umano avesse assunto una forma dura costruendosi una barriera per rendersi inaccessibile. Il tema dell’immagine si rifà al concetto freudiano della metafora dell’iceberg. Lo psicoanalista paragona infatti la nostra mente ad un iceberg, dove il confine chiamato soglia di coscienza lo separa in due blocchi: quello più piccolo, la punta, la nostra parte cosciente e quello immerso più grande, che identifica la nostra parte non cosciente. Nel conscio ci sono tutti gli elementi razionali che persistono nella nostra memoria. Nell’inconscio invece, ci sono le parti irrazionali. È evidente come sia molto più grande l’area sottostante rispetto a quella fuori, nascosta e annegata nel grande fluido bianco. La parte emersa invece è illuminata da un cielo notturno. È di notte e nei sogni infatti che le nostre più grandi paure e pensieri emergono dal basso verso l’alto e nessuno può impedirne la migrazione perché non si ha il controllo. Più si scende verso gli abissi dei propri pensieri, più la risalita in superficie diventa lunga e tortuosa. A meno che non si è svegli e vigili, magari ascoltando il disco del Sistema di Mel, per focalizzare la propria attenzione sulle note delle loro canzoni ed entrare nel giusto mood delle loro tracce.
Sara “Shifter” Pellucchi
“Riempimi la Testa con un Mare di Cemento” – Il Sistema di Mel
