Anno d’uscita: 2017
Sito web: www.facebook.com/TheVoices-344132869254232/
Boschi immaginifici, fantastici e mistificatori con le loro immagini criptiche o di duplice interpretazione, sono sempre stati una costante delle copertine di album sia di cultura afro-americana che “rock”, sopratutto nelle decade ‘70s. Che siano esse illustrazioni iperrealistiche, come i dipinti di Mati Klarwein per i Santana e Miles Davis, paradisi verdi della band fusion Spyro Gyra o fumettistiche come gli inglesi Cathedral (con chiari riferimenti a Bosch), l’intento è sempre stato quello di trasmettere una sensazione di musica mistica, sognante o sciamanica e attenta al divino. Ed è proprio la ricerca del sogno e dell’assurdo – non a caso il titolo del disco è “A Glimpse Into The Absurd” – che viene cercata da Paolo Ferrante alias The Voices, per identificare un lavoro che all’ascolto, si immette in pieno nel dipinto di Mariuccia Gallizioli. La voce di Paolo muta atmosfera e riesce a confondere, creando disegni di multipla forma, come lo scoiattolo del dipinto che è anche uccello o la farfalla che è pure volto; scruta oltre la vegetazione. Il bosco magico di “A Glimpse Into The Absurd” appare come fuso insieme al cielo, allo spazio, con quella che parrebbe una luna, posta a sinistra del quadro, che illumina lo scoiattolo/uccello e aiuta ad immaginare una fusione “come in cielo così in terra”. Nel disco degli Mtume “In Search Of The Rainbow Seekers” del 1980 un uomo farfalla si staglia maestoso, coprendo il cielo come se non ci fosse poi così distinzione tra sopra e sotto. L’impossiblie svanisce e il sogno diviene il posto ideale per vivere. L’unico possibile. Gli echi nei boschi sono bellissimi. Disorientanti.
Alberto Massaccesi