Anno d’uscita: 1998
Sito web: http://www.emptywords.org/
C’è un’aura di mistero e di leggenda dietro questo disco: l’ultimo lavoro dei Death, che per molti viene considerato il testamento di Chuck Schuldiner. Il logo Death subisce l’ultima modifica: perde lo sfondo rosso presente nei primi sei album, la falce diventa interamente nera (anziché rossa come in “Symbolic”), e scompare il volto incappucciato della morte sull’H. Nell’immagine di copertina c’è una specie di vulcano, un buco in mezzo all’inferno rosso, dentro il quale c’è buio e vuoto, come l’esistenzialità dell’uomo; si intravedono sopra di esso degli esseri umani che si stanno arrampicando, riferimento al concept del disco che parla di persone comuni con le loro angosce e paure. Dietro la copertina è stampata questa frase: “Chi lotta contro i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo nell’abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”. Friedrich Nietzsche – Al di là del bene e del male; questa citazione del celebre filosofo fa pensare che Chuck avvertisse più di chiunque altro la “fine delle cose”, iniziata con la morte prematura e tragica del fratello che lo accompagnerà tutta la vita, e poi per la sua inguaribile malattia. Non solo, i Death con “The Sound Of Perseverance” hanno intrapresero una battaglia contro i pregiudizi e il marcio, che sembrava aver intaccato l’intero genere umano. Forse è per questo motivo che il sound di questo gruppo rimarrà per sempre unico e devastante.
Sara “Shifter” Pellucchi